Lo shopping compulsivo è un disturbo che consiste nell’avere un impulso irrefrenabile all’acquisto, nonostante la consapevolezza di non avere nessuna necessità immediata di ciò che si sta acquistando. Intendiamoci, provare un forte desiderio di comprare qualcosa che non ci serve è normale… siamo sottoposti a continui stimoli in questo senso (pubblicità sui social, sugli autobus, sulle strade, in tv, alla radio… ) ma quando questo si trasforma in qualcosa di incontrollabile tanto da avere conseguenze negative sulle nostre finanze e sulle relazioni che instauriamo con gli altri, beh, allora c’è un problema!
Pare che le donne tra i 35 e i 40 anni, di classe sociale media, siano maggiormente colpite da questa patologia anche se la fascia di età più a rischio pare sia tra i 23-31 anni; si tratta di persone che dedicano mensilmente una quantità molto alta di ore nel fare acquisti, soprattutto online.
SHOPPING ONLINE?
Meglio evitarlo, se pensi di essere un soggetto a rischio!
Secondo gli esperti le cause di questo comportamento possono risiedere in una disfunzione nella produzione di serotonina, responsabile del mancato controllo dell’impulsività, e dopamina, da cui dipende il senso di gratificazione e soddisfazione. Ma ci sono anche problemi psicologici come ad esempio ansia, scarsa autostima, difficoltà ad accettarsi ecc… che, se non affrontati, possono portare allo shopping compulsivo. In soggetti con queste problematiche lo shopping online può essere molto pericoloso e creare dipendenza, già da tempo infatti gli psicologi sono attenti a questo fenomeno: molte persone che abitualmente comprano online provano una sensazione di appagamento ed eccitamento in fase di acquisto e sono proprio queste emozioni che spingono i soggetti deboli a comprare in modo compulsivo!
INSOMMA, RIEPILOGANDO:
Ci sono persone che per svariati motivi personali non sanno rinunciare al piacere effimero dello shopping e per questo passano ore ed ore nei centri commerciali o navigando negli shop online riempendosi di cose inutili a scapito delle proprie finanze e dei propri affetti.
Personalmente non ho nulla contro la GDO o i Marketplace (come Amazon, ad esempio) ma credo che per chi soffre di questa patologia sia preferibile una passeggiata tra i negozi e le piccole attività commerciali, spesso a gestione familiare, dove il cliente non è considerato un numero ma una persona da conoscere e a cui dedicare del tempo.